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Domenica: ore 17 ( inverno)
Ore 18 (Estate)
Feriali: ore 8.30
Preghiera della sera: ore 18.30
[/vc_column_text][vc_empty_space height=”20px”][vc_column_text]Antiochia, oggi Antakya, capoluogo della Provincia turca dell’Hatay, si trova nella valle dell’Oronte, alle falde del monte Silpio, alto 509 m, a 28 km. dal Mediterraneo e a 80 m sul livello del mare. Anticamente era chiamata “Regina dell’Oriente” perché ricca, colta, abbellita da grandiosi monumenti e da splendide opere d’arte (a sinistra la dea Tiche, «protettrice» della città). La sua posizione favorevole ne fece una città commerciale, in continuo movimento per il traffico delle carovane (via della seta) e l’attività del porto di Seleucia (oggi Samandag-Cevlik), collegato alla città dal fiume Oronte, detto in arabo “il ribelle”, perché aveva un corso tortuoso e vorticoso. Il primo insediamento umano, che dette alla città il nome di Antigonia, risale al 303 a.C. ed era situato a nord dell’odierna città, non durò a lungo. L’impulso determinante dato all’ antico agglomerato si deve a Seleuco I Nicatore, un ex-generale di Alessandro Magno, e grazie alla genialità dell’architetto Xenarius. Fece della città, che in ricordo del padre chiamò Antiochia, un autentico modello di urbanizzazione ellenistica a forma di scacchiera, con vie diritte, fiancheggiate da colonnati e abbellite in seguito dai vari re Seleucidi, che avevano la loro reggia su un’isola del fiume (oggi scomparsa), divenuta più tardi sede dei governatori romani.
Lo storico Strabone la chiamò Tetrapoli (Quattro città) a causa della costruzione di successivi quartieri, ciascuno con una propria cinta muraria, racchiusi però da un muro comune, voluto da Antioco IV Epifane e ampliato più tardi da Giustiniano, e del perimetro di 12 km., di cui se ne vedono ancora resti sul monte. Quando nel 64 a.C. Pompeo fece della Siria una provincia romana, Antiochia ne divenne la capitale e tramite essa stabilì rapporti con tutte le regioni del luogo. Una strada a doppio porticato (Cardo massimo), affiancata da magazzini, edifici pubblici e da ville con ricchi mosaici, attraversava tutta la città. Antiochia conservò prestigio e importanza fino all’invasione araba del sec. VII, allorché iniziò il suo declino, accele¬rato da un terremoto che, nel 526, fece numerose vittime. Nel sec. X l’imperatore Niceforo Foca la riconquistò, ma un secolo dopo, la perdette di nuovo. Nel 1098 la città fu conquistata dai crociati e per 170 anni restò nelle mani dei cristiani.
Nel 1268 il sultano Bairbas, occupandola definitivamente, distrusse quanto era stato risparmiato dai terremoti. Dal 1939 Antiochia è una provincia della Turchia. Del fasto del suo passato ci rimangono splendide vestigia conservate nel suo museo archeologico, rinomato soprattutto per i meravigliosi mosaici, provenienti soprattutto da Dafne.
Infatti in Dafne (oggi Harbiye), situata a 8 km da Antiochia, si trovava un complesso religioso con diversi santuari, tra cui il bosco sacro, famoso per le sue acque, e dedicato ad Apollo. Secondo la mitologia, la ninfa Dafne, per sfuggire alle insidie galanti di Apollo, si trasformò in alloro (in greco “Dafne”, da cui prende il nome).[/vc_column_text][/vc_column][vc_column][/vc_column][/vc_row]